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CANE CHE ABBAIA IN CONDOMINIO: CHE FARE?

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CANE CHE ABBAIA IN CONDOMINIO: INTRODUZIONE

Cosa dice la legge sui cani che abbaiano in condominio? In quali casi si può chiedere il risarcimento danni? Ecco cosa c’è da sapere se hai un cane.

I cani abbaiano, è la loro natura, ma questo comportamento può rivelarsi molto fastidioso per chi abita in condominio.

Se il cane del vicino abbaia in maniera non eccessiva non c’è nulla che si possa fare, invece se i rumori provocati dall’animale sono forti, intensi e continui, anche nelle ore notturne, potrebbero esserci gli estremi per chiedere il risarcimento danni.

Tuttavia si dovrà dimostrare in giudizio che l’abbaiare del cane supera la normale soglia di tollerabilità. Ecco cosa dice la legge e cosa c’è da sapere prima di muovere un’azione legale.

CANE CHE ABBAIA: COSA DICE LA LEGGE?

La prima cosa da fare è confrontare ciò che dice la legge e poi verificare come questa viene interpretata dai giudici.

Il Codice civile contiene una sola norma – si, hai letto bene: una sola – dedicata al rumore. Il resto è tutta opera dei tribunali.

Secondo la legge, fin quando i rumori rimangono nella normale tollerabilità non possono essere vietati. Se diventano intollerabili invece sono “illegali”. Sembra quasi una tautologia: è intuitivo infatti che il chiasso, quando diventa intollerabile, non può essere conforme a un ordinamento democratico e, quindi, deve considerarsi vietato.

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COSA RISCHIA IL PADRONE?

Prima di sviluppare più nel dettaglio il tema portante di questo articolo, ossia quali sono gli orari in cui il cane può abbaiare, vediamo piuttosto a quali pene si va incontro.

Se il cane disturba molte persone si configura il reato di disturbo della quiete pubblica. Tale reato è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a € 309. Il colpevole però può essere ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento, ovvero prima del decreto di condanna, una somma corrispondente alla metà del massimo dell’ammenda stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.

ORIENTAMENTO DELLA GIURISPRUDENZA

Di particolare interesse è una nota pronuncia della Corte di Cassazione, dalla quale si apprende la soluzione alla dicotomia tra responsabilità civile e penale. La citata sentenza ha espresso il principio in virtù del quale la rilevanza penale della condotta produttiva di rumori richiede l’incidenza sulla tranquillità pubblica, in quanto l’interesse tutelato dal legislatore è la pubblica quiete. Ancora, sempre nella medesima sentenza, è rilevato dai giudici di Piazza Cavour che “Trattandosi di un reato di pericolo presunto, occorreva pertanto accertare in concreto se lo strepito degli animali avesse caratteristiche tali da costituire un potenziale disturbo per la quiete pubblica, costituita nella specie dal disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone”. Per la responsabilità civile valga la considerazione che la tollerabilità dell’immissione va valutata con riferimento al caso concreto e non in termini generali.

COME RICHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI

Chi agisce in giudizio contro l’abbaiare del cane intende chiedere il risarcimento danni, per questo bisogna intentare un’azione di carattere civile.

Se il rumore viene riconosciuto come eccessivo e intollerabile il giudice innanzitutto ordinerà al padrone dell’animale di cercare di limitarlo e poi emetterà sentenza di risarcimento danni, che può comprendere il danno economicomorale e biologico, rimesso alla discrezionalità del giudice.

L’azione civile per il risarcimento danni può essere rivolta sia contro il proprietario dell’immobile che nei confronti dell’affittuario.

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