RISCALDAMENTO AL BIOETANOLO: INTRODUZIONE
Negli ultimi anni si è diffusa una nuova forma di riscaldamento domestico in cui viene utilizzato il bioetanolo per l’alimentazione di stufe e camini.
Il riscaldamento viene presentato come un sistema ecologico e conveniente, per la facilità di installazione. In realtà, come ogni cosa, ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi e richiede, per essere utilizzato al meglio, una conoscenza approfondita dei suoi elementi, primo fra tutti proprio il combustibile.
BIOETANOLO
Ma che cos’è etanolo? Si tratta di un alcool infiammabile, uguale a quello contenuto nel vino, derivante dalla fermentazione degli amidi e degli zuccheri del mais, delle patate e della canna da zucchero, considerato per questo assolutamente “green” e “pulito”.
Sono allo studio, però, dei sistemi per ottenerlo da prodotti non destinati all’alimentazione (cosiddette colture no food), come la lignina, o effettuate su terreni marginali e quindi non sottratti alle colture alimentari.
La combustione del bio-etanolo deve essere assolutamente inodore, per cui se si percepisce qualcosa nell’aria durante l’utilizzo, bisogna insospettirsi; è probabile che in questo caso sia stato additivato con altri prodotti, contravvenendo alle norme in materia (regolamento CEE 3199 22/11/93).

FUNZIONAMENTO
Il processo di funzionamento della stufa a bioetanolo è semplice. Infatti, al suo interno è dotata di un bruciatore che sarà riempito da un liquido infiammabile (l’etanolo).
Accendendo il combustibile si crea la fiamma che brucia in maniera graduale il liquido che produce vapori. La fiamma è regolabile. Inoltre, la sua intensità così come la sua durata variano a seconda della potenza del bruciatore.
La resa è ottima rispetto ai sistemi dotati di canne fumarie che portano fuori gran parte del calore proveniente dal processo di combustione.
Certo le stufe a bio-etanolo sono ideali per riscaldare piccole stanze o ambienti in cui non arriva l’impianto di riscaldamento. Infine, come per i caminetti, si tratta di un’ottima soluzione per integrare il sistema di riscaldamento esistente.

MODELLI DI BIOCAMINO
Quando si parla di riscaldamento a bioetanolo si pensa subito ai camini. Ce ne sono di veramente particolari dal punto di vista del design, da sospendere a soffitto, da appendere alla parete come un quadro, da collocare a centro stanza.
Insomma dei veri e propri elementi d’arredo di grande effetto.
Esistono però anche delle stufe, tra cui alcune dotate di funzioni di accensione e spegnimento programmati o di termoregolazione.
Tra queste, alcune di potenza e prezzo maggiore possono anche essere utilizzate come generatore di calore, quindi come una sorta di caldaia da allacciare all’impianto di termosifoni.
Le stufe, più elaborate rispetto ai camini, sono dotate anche di ulteriori funzioni come:
- la ventilazione, per migliorare la diffusione del calore;
- un sistema antiribaltamento, fondamentale per la sicurezza, visto che si tratta di sistemi che utilizzano un carburante liquido;
- sistemi di diffusione di essenze in ambiente.
I consumi di questi apparecchi dipendono, ovviamente dalla loro potenza e anche dalla capacità di gestione della combustione, che spesso conta sull’ausilio di sistemi elettronici.

PRO E CONTRO
La stufa a bioetanolo ha avuto una larga diffusione come sostituto dei “tradizionali” impianti di riscaldamento. Scopriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi legati a questa nuova soluzione per riscaldare gli ambienti domestici.
Tra i pregi del riscaldamento a bio-etanolo è opportuno citare la sua praticità. Non è necessario, infatti, dotarsi di un sistema di impianto fisso e neppure delle canne fumarie.
Non è dunque necessario un sistema di smaltimento perché la stufa a bioetanolo non produce fumo, ma solamente anidride carbonica.
Inoltre, ricordiamo che si tratta di una soluzione ecologica: il bioetanolo è prodotto da biomasse di scarto e non produce fumi. Una scelta ecofriendly che impatta in maniera contenuta sull’ambiente.
Infine la bellezza e il design della stufa a bioetanolo la rende un complemento d’arredo davvero affascinante, in grado di dare carattere all’ambiente.
La stufa a bioetanolo presenta però alcuni limiti: la produzione di anidride carbonica, seppure minima, rende necessario areare le stanze ogni due o tre ore.
Inoltre va sottolineato che se i prezzi delle stufe a bioetanolo sono piuttosto contenuti, i costi del bioetanolo non sono bassi. Infatti, per questo si tratta un’opzione poco percorribile in Italia: i costi del bioetanolo si aggirano ancora attorno ai 4,50 al litro.
INCENTIVI ALL’ACQUISTO
Acquistare una stufa a bioetanolo è una decisione oculata per chi desidera ottenere alte performance e un buon rendimento nel tempo.
Infatti, chi decide di investire nel bioetanolo può usufruire di incentivi e agevolazioni fiscali che consentono di ammortizzare la spesa.
L’acquisto di questo prodotto consente di beneficiare di una detrazione fiscale del 65% per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici oppure del 50% per quanto concerne la ristrutturazione edile. Detrazioni che sono state confermate anche dalla Legge di Bilancio 2020.

PRODUZIONE DEL BIOETANOLO
Infine, il bioetanolo differisce dal classico etanolo per il processo di produzione. Infatti, il bioetanolo è prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse quali scarti agricoli, cereali, coltivazioni zuccherine o ricche di amidi.
Inoltre, il processo di produzione de bioetanolo genera, a seconda della materia prima impiegata, diversi sottoprodotti, ognuno dei quali con una valenza economica.
Infatti, dato l’interesse economico di questo combustibile, oggi si parla spesso di bioetanolo fai da te e autoproduzione.

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