RATTAN: INTRODUZIONE
Il rattan è uno dei materiali più impiegati per la realizzazione dell’arredamento da giardino. In realtà questa fibra naturale deriva da una palma.
Con questo approfondimento andremo a conoscere le caratteristiche della pianta da cui si estrae il rattan e come prendersi cura di questa fibra vegetale.
Si tratta di una fibra vegetale ricavata dalla lavorazione di alcune specie di palme rampicanti asiatiche da non confondere con il vimini ed il bambù.
Intrecciando le fibre si ricavano mobili e oggetti vari, mentre il suo legno serve per la fabbricazione di ombrelli e aste usate in alcune arti marziali.
Oltre all’innegabile fascino esotico, questo materiale ha anche una serie di vantaggi pratici. Molto resistente, è al contempo leggero e resistente alla muffa, per questo è impiegato per arredi da esterno

LA PIANTA
Il rattan altro non è che una componente di una pianta appartenente alla specie delle palme rampicanti. Questa palma si chiama Calamus rotang. Il termine Calamus significa in greco “canna” e richiama proprio la forma sottile del fusto, molto simile a quella del bambù.
Si tratta di una pianta tipica del sud-est asiatico e di tutta la zona equatoriale, comprese quindi Africa e America centrale.
Non supera generalmente gli 80-100 cm di altezza. A volte il fusto è ricoperto da spine e può essere più o meno sottile. Tipico è il rigonfiamento della zona centrale che denota la classica forma a botte.
Le foglie sono caratteristiche, dalla forma pennata, lunghe dai 15 ai 30 cm e ricoperte da spine nella pagina superiore. Si presentano con un bel verde acceso. I fiori si radunano in infiorescenze ramificate.
Il rattan necessita di un ambiente umido, ma non è molto semplice da coltivare. Richiede un terreno particolarmente acido e lo troviamo per lo più nelle foreste, dove cresce spontaneamente e in abbondanza.
Lì si arrampica un po’ ovunque, togliendo anche luce agli altri alberi. Proprio per questo motivo, la sua raccolta periodica, contribuisce a migliorare la qualità dell’eco-sistema.
ORIGINI
Le popolazioni indigene da tempo utilizzavano questa pregiata fibra naturale per costruire delle zattere con le quali spostarsi. Anche le foglie venivano curiosamente impiegate come ami grazie alla loro forma ad uncino, mentre dal fusto si ottenevano mobili e altri oggetti di uso quotidiano.
Fu però solo nel 1700 che iniziò la grande esportazione di questa fibra, fruttando un commercio più che remunerativo per i popoli asiatici. Per la sua comparsa in Italia si dovrà attende il 1940. Divenne in breve tempo una piacevole alternativa al vimini per la realizzazione di complementi d’arredo. Grazie alla sua malleabilità, si presta difatti ad essere intrecciato per dar forma a diversi oggetti e mobili, sia da interno che da esterno.
Tavolini, pouf, sedie, poltroncine: presto si scoprì che il rattan poteva entrare nelle case degli italiani portando una ventata di stile coloniale e di esotismo. Purtroppo però bisogna considerare che stiamo parlando di un materiale piuttosto delicato, che tende a perdere il suo colore se esposto troppo alla luce del sole. Inoltre, quando non sottoposto ad una manutenzione periodica, può deteriorarsi ed essere attaccato da muffe e parassiti.

RATTAN COME MATERIALE
Come abbiamo più volte detto quindi, oramai viene impiegato come materiale privilegiato per la realizzazione di elementi d’arredo. Insieme alla canapa, al vimini, al giunco e alla rafia, è una delle fibre naturali per eccellenza.
Questo grazie alle caratteristiche del suo legno, che si presenta come flessibile ed elastico, adatto quindi ad essere lavorato. Utilizzarlo in ambito commerciale si rivela dunque una scelta etica e responsabile. Parliamo difatti di un materiale biodegradabile e a crescita rapida.
Il colore naturale del rattan è beige-marroncino chiaro, ma oramai sul mercato lo troviamo in varie tonalità.
RATTAN SINTETICO
Un approfondimento a parte merita il rattan sintetico, che simula le caratteristiche estetiche del rattan naturale, ma che in realtà di naturale ha ben poco.
Si tratta difatti di un materiale realizzato con polietilene ad alta densità, fibra sintetica studiata per garantire resistenza e durata anche se esposto agli agenti atmosferici.

DIFFERENZA TRA RATTAN, BAMBU E VIMINI
Questi materiali hanno caratteristiche uniche che li rendono diversi per resistenza, utilizzi e prezzo.
Lo stelo della palma Calamus è costituito da diverse fibre intrecciate a formare un solido ‘bastone’ dal diametro regolare. Si tratta di una fibra spessa e rigida, particolarmente resistente, adatta a mobili robusti, ma di facile manutenzione. È molto leggero, pur sopportando carichi pesanti, per cui è ideale per poltrone e divani. E se si esegue un trattamento speciale, può essere installato anche all’esterno.
Il bambù è invece è cavo, di forma cilindrica, e segnato da linee lungo tutto il perimetro e da nodi regolari. Essendo cavo, non può essere piegato, ma è estremamente forte. Per questo motivo viene utilizzato principalmente per la struttura dei mobili di grandi dimensioni, come ad esempio i letti.
Infine, il vimini, ha una forma conica ed è costituito da un’unica fibra molto solida. Più sottile e flessibile delle altre fibre, è anche più malleabile. Questo permette di ottenere intrecci più stretti e precisi e di creare motivi decorativi complessi che lo rendono adatto a mobili e sedie molto leggere.
DOVE COMPRARLO
Trovate oggetti e arredi sia da esterni che da interni nei negozi di articoli esotici e orientali, nelle cesterie e chi vende bauli in fibre naturali.
Si trovano numerosi produttori di mobili che vendono al dettaglio arredi su misura, sia di gusto classico che contemporaneo, e anche online ci sono diversi rivenditori. Alcuni designer hanno realizzato icone intramontabili in rattan e in vimini, tra cui ricorderete la poltrona Hanging Egg Chair di Nanna Dietzel e la poltrona a schienale rotondo di Pierantonio Bonacina.

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